Quest’anno, come Anteas, dedicheremo un’attenzione particolare alle azioni di contrasto contro la povertà e le solitudini involontarie con la realizzazione di una serie di progetti e attività.
Questo perché sono purtroppo molte – e sempre più - le persone che nel nostro Paese che soffrono di Solitudine o si ritrovano in una condizione di Isolamento Sociale.
Le conseguenze di questa situazione però non si limitano a dolorosi vissuti soggettivi, ma si trasformano in fattori di rischio per molte malattie gravi, quali la Depressione e le malattie cardiovascolari, causando inoltre mortalità precoce.
Gli anziani, soprattutto se di sesso maschile, rischiano così di essere via via ancora più fragili più di quanto non implichi il solo processo di invecchiamento.
Secondo Eurostat il 42% della popolazione europea over 65 vive da sola, con un aumento medio del 2.4% nell’ultimo decennio e proiezioni ancora peggiori per i prossimi anni.
Per capire meglio il contesto però è necessario fare una distinzione tra Solitudine ed Isolamento Sociale.
La Solitudine è un'esperienza soggettiva interna, una sensazione spiacevole, uno stato emozionale negativo sperimentato quando c’è una differenza tra le relazioni che si desidererebbe possedere e quelle che invece si possiedono nella realtà.
La Solitudine è fortemente collegata all'ambiente del quartiere in cui si vive, che comprende l'ambiente fisico, sociale e dei servizi, nonché il senso di appartenenza, il sostegno sociale e il tipo di abitazione.
Inoltre, esistono due sottocategorie della solitudine: la solitudine emotiva, che si riferisce alla mancanza di intimità con altri e la solitudine sociale, data dal non sentirsi parte di una comunità.
L’Isolamento Sociale invece, è fenomeno causato da una carenza oggettiva e concreta nel numero di reti e relazioni sociali di cui una persona può disporre nel corso della propria vita.
Generalmente è caratterizzato da un bassissimo livello di interazioni sociali e da una mancanza di partecipazione ad attività comunitarie.
I fattori che contribuiscono all'isolamento sociale e alla solitudine in età avanzata sono molteplici, oltre ai comuni eventi di transizione della vita, come il pensionamento, la morte del coniuge o di amici, si aggiungono i recenti cambiamenti demografici, legati alla maggiore mobilità geografica dei membri delle famiglie, i tassi di fertilità più bassi, l’incremento delle separazioni e la riduzione di forme di convivenza intergenerazionale.
Un altro fattore ambientale è la mancanza di opportunità di incontrare persone a causa della propria posizione geografica, in particolare nelle aree rurali o urbane a basso reddito, o legato alle difficoltà fisiche crescenti derivanti dall’invecchiamento.
Diverse discipline, come la Sociologia e la Psicologia, si stanno impegnando nell’identificazione di quegli aspetti che possono aiutare a prevenire o ridurre le conseguenze negative della solitudine e dell’isolamento sociale, nell’ottica di migliorare la salute e il benessere delle persone anziane.
È stato scoperto che la gratitudine, l’agire in modo autentico e un'età soggettiva più giovane (ovvero quando ci si percepisce più giovani rispetto alla reale età cronologica) sono tra i fattori personali identificati come protettivi contro la solitudine.
Infine, portare avanti impegni sociali, come ad esempio svolgere un’attività di volontariato, è fondamentale per il buon funzionamento fisico e cognitivo.
Nel complesso, il mantenimento delle relazioni interpersonali con l'avanzare dell'età contribuisce positivamente al benessere sociale e dovrebbe quindi diventare un obiettivo della società per migliorare la qualità complessiva della vita delle persone anziane.
Francesca Caviglia
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